Il Covid-19, i cicli storici e S. Bernardino da Siena

Secondo alcuni studiosi, i cicli storici si ripetono e, in sintesi, gli avvenimenti si presentano con “linee guida” simili.

La pandemia del “Covid 19” ricorda molto quella della peste che afflisse l’Europa dal Medioevo al Rinascimento e che colpì Siena fin dal 1348, ripresentandosi in particolare tra il 1348 e il 1480, a intervalli di circa 6-12 anni.

Ritornò nel 1374   con moltissimi contagiati e si narra che Santa Caterina da Siena si fosse prodigata giorno e notte per assistere i malati e per cercare di guarirli con la forza della sua preghiera.

La leggenda dice che il 3 ottobre 1376, di ritorno da Avignone, la Santa si sia fermata a Varazze dove la peste aveva decimato la popolazione, che ivi abbia pregato Maria, chiedendo la liberazione della città dalla pestilenza, e che questo sia avvenuto.

San Bernardino

Un altro Santo si distinse nella lotta contro la peste: Bernardino da Siena, (Massa Marittima1380L’Aquila, 20 maggio).

Francescano dei Frati minori, propugnatore degli insegnamenti originali di Francesco d’Assisi, fu il predicatore che percorse l’Italia, invocando la conversione dei peccatori ed il ritorno alla vita interiore.

In quei tempi la religiosità non era diversa da quella di oggi.

Le cose sacre erano a quei tempi confuse colle profane. Rare volte nei giorni di festa si portavano alle Chiese per ascoltare le Messe. Non vi era frequenza alcuna dei Sacramenti, i giorni festivi e solenni non si distinguevano dai feriali, se non forse dal concorso maggiore dei popoli a diverse sorta di spettacoli e sollazzevoli divertimenti. (Vita di S. Bernardino pag. 94).

San Bernardino aveva una straordinaria eloquenza e corredava le sue predicazioni con considerazioni religiose, morali e sociali e con inviti pratici alla preghiera ed alla meditazione personale.

“Sul fine delle sue prediche, mostrava il Nome santissimo di Gesù dipinto di sua mano sopra una tavoletta in caratteri d’oro, circondato di raggi a guisa di sole, ed eccitandoli all’adorazione del medesimo, faceva che chiedessero misericordia al Salvatore, ed in virtù di questo nome in cui sta riposta la nostra salute, s’ animassero tutti ad aver premura di salvarsi.”

Bernardino proponeva quella che oggi viene definita la preghiera del cuore, consuetudine dei primi cristiani, dei monaci della Chiesa ortodossa e poi di San Francesco.

L’icona e la sua storia

Consisteva nell’utilizzo di una tavoletta di legno, in cui veniva dipinta l’icona del cuore, davanti alla quale Bernardino invitava a rimanere in preghiera e a meditare ripetendo nel cuore il nome di Gesù.

La grande diffusione di questa icona fu dovuta, secondo alcune leggende, anche al particolare periodo storico ed alla paura della peste.

Si tramandava che in un paese del bergamasco gli abitanti, terrorizzati dal preannunciato arrivo di una nuova ondata di peste, si fossero riversati in massa ad una predica di San Bernardino.

Alla fine i notabili si presentarono al Santo con grande compunzione, dichiarando che tutto il paese era pentito dei propri peccati e pronto a convertirsi.

Ma occorreva tempo per la conversione, che poteva essere resa impossibile dall’arrivo della pandemia.

Il paese pregò San Bernardino perché ottenesse la protezione dalla peste.

Il Santo, dopo la notte trascorsa in preghiera, comunicò che la peste avrebbe risparmiato quelle case che esponevano all’esterno la sua icona e quegli abitanti che si convertivano alla preghiera sul Nome di Gesù.

Nelle città

La notizia di questa vicenda si diffuse in molte città di Italia, più o meno romanzata da avvenute guarigioni.

A Venezia l’isola destinata “per sicurezza della città nei sospetti d’infezione contagiosa”, che si chiamava S. Maria in Nazareth, poi lo Spedale di Nazaretto, e dal volgo corrottamente il Lazaretto, già l’anno in cui quello fu eretto, che secondo il Sansovino era il 1423, aveva il nome di Gesù scritto secondo l’invenzione di S. Bernardino “ne’ principali luoghi dell’Isola e nella facciata della Chiesa come ancor oggi si vede”.

Concorrono a stabilire per vera la tradizione il fatto che in altre città santificate dalle predicazioni di Bernardino si fece lo stesso. I Fiorentini in particolare, terminata la solenne processione, fatto scolpire in una lapide a caratteri d’oro in mezzo a raggi su lucenti l’augustissimo Nome, lo posero in luogo eminente del prospetto della Chiesa di S. Croce.

Invalse sempre più il pio costume di porre questo santo Nome sulle facciate delle Chiese e sulle porte delle case, come in molti luoghi tuttora si vede. (Vita di S. Bernardino, riveduta 1854)

A Siena

Siena era particolarmente devota a San Bernardino e credette molto nella protezione da lui promessa e non è un caso che nella Porta di Camollia, dove esisteva l’Ospedale della Magione, un tempo Templare, punto chiave per il Triage di chi arrivava da Nord, vi fosse ben scolpita l’icona di San Bernardino.

Importante era anche la porta Romana di accesso da Sud, dove il Triage era assicurato dall’Ospedale gestito dai Monaci Cistercensi di San Galgano, che mostra ancora oggi la sua bella Icona.

Naturalmente tutte le porte erano protette e Piazza del Campo non poteva esimersi dall’avere il Palazzo Comunale protetto da uno stemma enorme, più volte rifatto ma esistente al tempo di San Bernardino. Innumerevoli sono le case, le Chiese, i percorsi della città con l’icona all’esterno.

Forse in questi tempi una preghiera a San Bernardino, a Santa Caterina e a Maria, protettori della città di Siena, appare superstiziosa; una meditazione sul cuore con l’icona, indegna della Scienza Moderna o addirittura una fake news, un tentativo di indurre a speranze non sperimentate scientificamente.

Ma se i cicli storici si ripetono, se le pandemie ritornano, forse si possono invocare quelle le protezioni che a suo tempo erano state considerate l’unica ed ultima speranza.

Simbolo di San Bernardino

Palazzo Comunale, Piazza del Campo, Siena

ArcheTeach

Monte Ararat - blog archivio ArcheTeach

Questo sito non vuole disconoscere le conquiste eccezionali della civiltà moderna, ma vuole sottolineare come queste conquiste non possono essere disgiunte da quei principi che sono stati la base dell’umanità.

Canale Youtube